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Come può l’intelligenza artificiale aiutare il consulente modelli 231 e che si occupa anche di incarichi come organismo di vigilanza?
L’intelligenza artificiale può aiutare il consulente modelli 231 e che si occupa anche di incarichi come organismo di vigilanza in diversi modi:
- Analisi dei dati: l’IA può essere utilizzata per analizzare grandi quantità di dati, come ad esempio i dati delle transazioni finanziarie o dei dipendenti, alla ricerca di eventuali violazioni del Modello 231 o di comportamenti non conformi alle politiche aziendali.
- Rilevamento di anomalie: l’IA può essere utilizzata per rilevare anomalie nei dati aziendali, segnalando eventuali comportamenti sospetti che potrebbero indicare violazioni del Modello 231.
- Identificazione dei rischi: l’IA può essere utilizzata per identificare i rischi di violazione del Modello 231 e per supportare l’elaborazione di piani di prevenzione e gestione dei rischi.
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ODV 231 – In quali casi l’organismo di vigilanza 231 deve dimettersi?
L’Organismo di Vigilanza 231 è un ente indipendente che ha il compito di vigilare sull’osservanza delle disposizioni in materia di responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica.

In alcuni casi, l’Organismo di Vigilanza 231 può essere costretto a dimettersi. Tra questi casi possiamo citare:
Incompatibilità: se l’Organismo di Vigilanza 231 svolge attività incompatibili con le funzioni che deve svolgere, può essere costretto a dimettersi.
Condotte illecite: se l’Organismo di Vigilanza 231 commette delle condotte illecite, può essere costretto a dimettersi.
Inadempienze: se l’Organismo di Vigilanza 231 non adempie alle proprie funzioni, può essere costretto a dimettersi.
Carenza di indipendenza: se l’Organismo di Vigilanza 231 non è indipendente nello svolgimento delle proprie funzioni, può essere costretto a dimettersi.
Carenza di professionalità: se l’Organismo di Vigilanza 231 non è in possesso delle competenze professionali richieste, può essere costretto a dimettersi.
In generale, l’Organismo di Vigilanza 231 è tenuto a dimettersi in tutti i casi in cui non è in grado di svolgere le proprie funzioni in modo adeguato e indipendente.
In ogni caso, la decisione di dimissioni deve essere adottata dall’Organismo di Vigilanza 231 stesso o dall’autorità che ne ha la nomina.
Modello 231 – “La conformità al modello 231: cosa devi sapere”
Il Modello 231 è un sistema di gestione della responsabilità per la prevenzione dei reati aziendali introdotto in Italia dalla legge n. 231 del 2001. Il modello è stato creato per stabilire una responsabilità amministrativa degli enti per i reati commessi dai propri dipendenti o rappresentanti nell’interesse o a vantaggio dell’ente stesso.
Per conformarsi al Modello 231, le aziende devono adottare un sistema di gestione della compliance che comprenda:


La definizione di un codice etico e di comportamento per i dipendenti e i rappresentanti dell’ente.
La nomina di un Organismo di Vigilanza (ODV) incaricato di verificare il rispetto del modello da parte dell’ente e di segnalare eventuali violazioni.
La formazione degli dipendenti e dei rappresentanti dell’ente sul modello 231 e sulle norme di comportamento previste dal codice etico.
La predisposizione di un sistema di segnalazione delle violazioni del modello 231 che garantisca l’anonimato e la tutela dei dipendenti che segnalano violazioni.
La predisposizione di un sistema di controllo interno per verificare il rispetto del modello 231 e per individuare e correggere eventuali carenze.
Le aziende che adottano un sistema di gestione della compliance conforme al Modello 231 possono beneficiare di una esenzione o riduzione della responsabilità amministrativa per i reati commessi dai propri dipendenti o rappresentanti.


In sintesi, il Modello 231 è un sistema di gestione della responsabilità per la prevenzione dei reati aziendali che richiede alle aziende di adottare un sistema di gestione della compliance che comprenda la definizione di un codice etico e di comportamento, la nomina di un Organismo di Vigilanza, la formazione degli dipendenti e dei rappresentanti dell’ente, la predisposizione di un sistema di segnalazione delle violazioni e la predisposizione di un sistema di controllo interno. Le aziende che adottano un sistema di gestione della compliance conforme al Modello 231 possono beneficiare di una esenzione o riduzione della responsabilità amministrativa per i reati commessi dai propri dipendenti o rappresentanti.
WHISTLEBLOWING – Direttiva EU 2019/1937, cosa occorre fare ai fini del modello 231
In data 9 dicembre 2022, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo per il recepimento della Direttiva (UE) 1937/2019 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 ottobre 2019 riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione.
Allo stato attuale le competenti Commissioni parlamentari si sarebbero dovute esprimere con relativo parere entro il 19 gennaio 2023, ma sul punto rispetto anche a quanto indicato sul sito XIX Legislatura – Lavori – Atti del Governo sottoposti a parere(1) si rinviene che l’unica Commissione ad aver dato, allo stato attuale, relativo parere favorevole è stata la V Bilancio e Tesoro.
In attesa che arrivi il parere favorevole delle competenti commissioni vediamo cosa occorre fare per essere conformi alla nuova normativa?
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Modello 231 – come fare la valutazione dei rischi
Il modello 231 è un sistema di gestione dei rischi introdotto dalla legge italiana per garantire la responsabilità amministrativa delle società per i reati commessi nell’interesse o a vantaggio dell’ente. Il modello prevede la valutazione e la gestione del rischio in base a una serie di fattori, tra cui la tipologia di reato, la posizione all’interno dell’organizzazione e la probabilità che il reato venga commesso.

Il primo passo per calcolare il rischio è identificare i reati per i quali l’ente è esposto, come la corruzione, il riciclaggio di denaro, la frode fiscale e altri. Successivamente, è necessario analizzare la struttura organizzativa dell’ente per identificare i dipendenti o le figure professionali che hanno maggiore probabilità di commettere un reato, come i responsabili delle finanze o i rappresentanti legali.
Una volta identificati i reati e le figure a rischio, si passa alla valutazione della probabilità che il reato venga commesso. Questo viene fatto attraverso una serie di indicatori, come la presenza di controlli interni, la formazione del personale, la trasparenza nell’attività dell’ente e la cultura aziendale.


Dopo aver valutato la probabilità, si passa alla valutazione del danno potenziale che l’ente potrebbe subire in caso di reato commesso. Questo viene fatto tenendo conto dei possibili effetti economici, giuridici e reputazionali del reato.
Infine, per calcolare il rischio, si utilizza una formula che tiene conto della probabilità del reato e del danno potenziale. In base al risultato ottenuto, si possono adottare le opportune misure per prevenire e gestire il rischio, come la formazione del personale, la definizione di procedure interne e la creazione di un sistema di controllo.
In sintesi, il modello 231 prevede la valutazione e la gestione del rischio in base a una serie di fattori, tra cui la tipologia di reato, la posizione all’interno dell’organizzazione e la probabilità che il reato venga commesso. In base al risultato ottenuto, si possono adottare le opportune misure per prevenire e gestire il rischio.
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LE INDAGINI DELL’ORGANISMO DI VIGILANZA SENZA VIOLARE LA PRIVACY: COME FARLE
LE INDAGINI DELL’ORGANISMO DI VIGILANZA SENZA VIOLARE LA PRIVACY: COME FARLE
L’Organismo di vigilanza 231 si trova nella Sua attività di indagine verifica/audit reati presupposto previsti dal D.lgs 231/01, ad affrontare frequentemente il tema privacy, dovendo mediare tra l’esigenza di ricercare informazioni (talvolta con accesso a dati personali) e la necessità di applicazione del principio della minimizzazione.
Nell’attività di indagine i membri dell’ODV vengono a conoscenza di informazioni “sensibili”, il cui vincolo di riservatezza è chiaramente riportato nel mandato di incarico e allo stesso tempo è garantita la loro indipendenza dall’Alta direzione, per svolgere le loro funzioni in modo corretto. Tale condizione è espressamente prevista nell’art.6 comma 2bis del D.lgs 231/01 in cui si parla di garantire la riservatezza dei dati del segnalante
Ma come deve trattare l’ODV i dati che si trova a gestire nella Sua attività? Quali misure preventive e di controllo deve applicare al fine di non violare i requisiti del Reg. Ue 2016/679?
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Le novità della settimana sul D.lgs 231/01 pubblicate su www.alert231.it
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- Esempio di modello 231 di società sportiva (parte generale e parte speciale)
- Modello 231 e analisi del rischio penale fornitori legata ai reati tributari. Come effettuarla.
- Come fare 231 – “Come rendere l’organismo di vigilanza aziendale più efficace secondo il D.lgs 231/01”
- Quanto costa realizzare un modello 231
- Nuovi bandi in scadenza per incarichi come Organismo di Vigilanza 231
- Il D.lgs 231/01: come creare un sistema di compliance efficace
- 10 consigli operativi per creare modelli 231 efficienti
- Sentenza Cassazione – Colpe distinte tra società e manager
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Modello 231 e analisi del rischio penale fornitori legata ai reati tributari. Come effettuarla.
Il modello 231 obbliga le società a predisporre un sistema di controllo interno per prevenire la commissione di reati, tra cui quelli tributari, in modo da individuare e valutare i rischi e adottare le misure necessarie per prevenirli.
La qualifica dei fornitori rientra in questo modello poiché i fornitori possono rappresentare un rischio per l’azienda in termini di possibile commissione di reati.
Per questo motivo è necessario effettuare un’analisi del rischio penale dei fornitori, al fine di verificare se essi siano stati coinvolti in attività illecite e se esistano condizioni che possono rappresentare un rischio per l’azienda.
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Quanto costa realizzare un modello 231?
Quanto costa realizzare un modello 231?
Il costo per implementare un modello organizzativo, gestionale e di controllo interno ai sensi del D. Lgs. n. 231/2001 (Modello 231) può variare a seconda delle dimensioni e della complessità dell’organizzazione, nonché delle specifiche esigenze in termini di prevenzione dei reati.

Il costo dell’implementazione di un modello 231 può comprendere diverse voci come:
_ Consulenze specialistiche: il costo per l’affidamento a professionisti esperti in materia di implementazione del modello 231
_ Formazione del personale: costi per la formazione del personale sulla normativa e sulle procedure interne del modello 231
_ Adeguamento dei sistemi informativi e di sicurezza: costi per la messa in conformità dei sistemi informativi e di sicurezza con i requisiti del modello 231
_ Redazione dei documenti: costi per la redazione dei documenti richiesti dal modello 231, come la carta dei servizi, i regolamenti interni e le procedure

_ Revisione periodica : costi per la revisione periodica del modello 231, come l’audit, per assicurarsi che sia adeguato e efficace nel prevenire la commissione di reati
_ E’ importante notare che l’adozione del modello 231 non è solo un costo per l’organizzazione, ma anche un investimento nella sicurezza e nella reputazione aziendale.
_ Inoltre, l’adozione di un modello 231 può anche aiutare a ridurre il rischio di sanzioni e di danni reputazionali in caso di violazioni della normativa sulla prevenzione dei reati.
Il costo esatto dipende da molteplici fattori e può variare notevolmente da organizzazione a organizzazione, per questo è importante valutare caso per caso e fare un’analisi preventiva.
Come fare 231 – “Come rendere l’organismo di vigilanza aziendale più efficace secondo il D.lgs 231/01”
Il D.lgs 231/01 ha introdotto l’obbligo per le aziende di costituire un organismo di vigilanza al fine di prevenire e reprimere i reati aziendali. Tuttavia, per garantire l’efficacia di tale organismo, è necessario che esso sia ben strutturato e che sia dotato di adeguate risorse e competenze.
In primo luogo, è importante che l’organismo di vigilanza sia composto da componenti esperti in materia di prevenzione e repressione dei reati aziendali, nonché di compliance normativa. Inoltre, essi devono essere indipendenti e non devono avere conflitti di interesse con l’azienda.
In secondo luogo, l’organismo di vigilanza deve essere dotato di autonomia e indipendenza nello svolgimento dei propri compiti, in modo da poter effettuare verifiche e segnalazioni senza condizionamenti esterni. In questo senso, è importante che esso abbia accesso a tutte le informazioni e i documenti necessari per svolgere il proprio lavoro.