I risvolti della legge 231 spaventano i manager
LE NORME SULLA RESPONSABILITÀ AMMINISTRATIVA E PENALE DELL’IMPRESA SPAVENTANO PIÙ DEGLI ACCERTAMENTI DA PARTE DEL FISCO È la legge 231 sulla responsabilità amministrativa e penale d’impresa la grande paura delle imprese italiane. Addirittura più del fisco.
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Da uno studio realizzato da Das, compagnia controllata da Generali e specializzata nella tutela legale, emerge infatti che quasi il 40% degli interpellati sostiene che i problemi da cui vogliono cautelarsi le imprese italiane sono soprattutto quelli legati alla legge 231, mentre soltanto il 9% segnala la materia fiscale come ambito critico dal punto di vista delle possibili controversie di natura legale. Il fatto è che, per il 50% dei broker intervistati, l’introduzione di queste normative, specialmente la 231, ha fatto aumentare i costi legali delle aziende di almeno un terzo.
Affrontare un contenzioso legale può quindi diventare un fatto traumatico. “La paura nasce dai limiti culturali e da una scarsa abitudine alla valutazione dei rischi. Oggi in un’economia globale, sempre più discontinua e rapida nei cambiamenti, anche normativi e legislativi, non gestire l’organizzazione con tecniche manageriali alza inevitabilmente il rischio e genera incertezza”, spiega Mario Mantovani, vicepresidente di Manageritalia.
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“In Italia siamo ancora abbastanza indietro sia per scarsa cultura assicurativa sia perché manca una corretta percezione dei rischi a cui si va incontro”, aggiunge Roberto Grasso,dg e ad di Das Italia. “A fianco delle singole sanzioni individuali, l’introduzione della responsabilità delle persone giuridiche si sta rivelando il vero strumento sanzionatorio nei confronti delle imprese”, commenta Carlotta Campeis, socio dello Studio Campeis. Il novero dei reati si è progressivamente ampliato e comprende, ad oggi, fattispecie criminose di probabile commissione, dai delitti relativi alla sicurezza sul lavoro, alla materia ambientale, ai reati informatici e agli illeciti societari.
“L’impresa pertanto è obbligata ad attivarsi già in fase preventiva tramite l’adozione e attuazione di concreti ed efficaci modelli organizzativi”, prosegue Campeis. “Anche noi riscontriamo una crescente volontà delle imprese a investire energie e risorse in materia di compliance e, in particolare, sul potenziamento dei propri modelli di organizzazione, gestione e controllo previsti dal d.lgs. 231/01 e sullo sviluppo e rafforzamento delle relative procedure interne”, aggiunge Federico Busatta, socio dello studio legale Gop. (st. pesc.) Mario Mantovani, vicepresidente di Manageritalia
Fonte: Repubblica.it